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Fashion History

Happy birthday, Miss Monroe.
Semplicemente immortale, icona di stile e femminilità. Nonostante la prematura scomparsa, Marilyn Monroe è stata (ed è ancora oggi) una cometa splendente nel cielo delle stelle di Hollywood, modello di bellezza e di personalità per molte donne.

La grandezza di questa diva è forte e presente ancora oggi, influente nella moda e nella cultura mainstream. Basti pensare ad affascinanti allure date dagli abbinamenti di labbra rosse come il fuoco e capelli biondo platino. Musa ispiratrice di alcune tra le più grandi icone odierne come Taylor Swift, Christina Aguilera e Madonna. La stessa cantante disse una volta: “Mi piace molto Marilyn Monroe.. La trovo incredibilmente divertente, dolce, femminile e sexy. Ho sempre avuto anche l’idea che Marilyn fosse circondata da una sorta di bagliore. L’ho vista in qualche vecchio film e ho pensato subito che anche io avrei voluto avere questa luce…”

Marilyn Monroe ha fatto sognare milioni di uomini e donne, estasiati da tanta freschezza recitativa e da una bellezza fuori da ogni concezione estetica presente fino ad allora.

Marilyn è stata una delle attrici più richieste per posare per servizi fotografici di tutte le riviste più importanti, sotto l’occhio attento di artisti come Cecil Beaton e Richard Avedon.

Fu lei che al giornalista che le chiese “Cosa indossa per andare a letto?” rispose “Chanel No.5”. Non è questa essenza di femminilità?

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Happy Birthday, Miss Monroe. Simply immortal icon of femininity that will be remembered forever, and even more so today. Despite the untimely death, Marilyn Monroe was and still is a shining comet in the sky of Hollywood stars and a beauty and personality model for many of us.
The magnitude of this diva is strong and present among us even today, influential in fashion, and in the mainstream culture, just think of fascinating allure given by combinations of red fire lips and platinum blonde hair. Inspiring Taylor Swift, Christina Aguilera, Madonna, to name a few. The singer herself once said: “I really like Marilyn Monroe .. I find her incredibly funny, sweet, feminine and sexy. I always had the idea that Marilyn was surrounded by a kind of glow. I saw some old movie and I immediately thought that I also would have liked to have this light … ” Marilyn Monroe caught the imagination of millions of men and women, enraptured by so much acting freshness and a beauty off from all this aesthetic conception until then. Marilyn was one of the most sought after actresses to pose for photo shoots of all the major magazines, under the watchful eye of artists such as Cecil Beaton and Richard Avedon.

It was she that to the journalist who asked “What do you wear to bed?” replied, fiercely: “Chanel No.5”. Is this not the essence of femininity?

Spesso, il binomio “stile” e “comfort” non vanno a braccetto, ma possono diventare un tutt’uno se si parla di un capo di abbigliamento che, oltre ad essere perfetto per la primavera/estate è anche molto glamour.
Parliamo della tuta.

Eversiva e liberatoria, creativa ed universale, la tuta entra nel guardaroba femminile a partire dal 1919, disegnata dal fiorentino Thayat e destinata a divenire icona.

Dalla scena rock anni 60 con la sua interpretazione attillatissima, luccicante e filo kitsch, fino all’high society d’impatto più couture. Il gusto si evolve e arriva ai giorni nostri passando dal pluridecoro, dalla psichedelia, dallo sportswear, al glam.

Iper femminile, dalla forte personalità e adatta a tutti i tipi di silhouette e di stile. Sei tu a scegliere come indossarla e di quale carattere rivestirla!

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Often, the “style” and “comfort” combination does not go hand in hand, but it can become one if we talk about a piece of clothing, as well as being perfect for spring / summer is also very glamorous.
We are talking about the suit.

Subversive and liberating, creative and universal, the suit enters the female wardrobe in 1919, designed by the Florentine Thayat and destined to become an icon.

From the rock scene in sixties with its skin-tight interpretation, shiny and kitsch wire, up to high society’s more “couture” impact. The taste evolves and comes to our days going from multidecoration, from psychedelia, from sportswear, to glam.

Ultra-feminine, with a strong personality and suitable for all types of silhouette and style. You choose how to wear it and with which charachter wear it!

 

Dall’anima ribelle delle correnti punk, metal, rock, segnando il tratto distintivo di uno stile aggressivo e prorompente, le borchie si sono legate alla moda fin dagli anni 70, per affermarsi come accessorio nelle collezioni londinesi di Vivienne Westwood, pioniera e capostipite di un’insinuazione prorompente della cultura punk nel mondo della moda.

Indistruttibili elementi, quasi dei punti fermi a sugellare il patto tra la cultura e la moda, tornano, ciclicamente nelle decadi, con una esplosione di stile negli anni ‘90 nelle collezioni di Gianni Versace, che adorna giacche e abiti con piccoli ed eleganti inserti, e successivamente affascinano stilisti e maison come Alexander McQueen, Chanel, Gucci, Valentino.

Ora nuovamente la borchia torna nei nostri outfit, come un diamante dall’anima elettrica e vibrante, che spezza la linearità di un capo aggiungendo energia e grinta per una donna pronta ad affrontare l’anima forte e pulsante di una città che si riflette costantemente nel microcosmo dei riflessi scintillanti di ombra e luce. Lo stile perfetto? Minimale, bianco e nero, con inserti borchiati quindi, che ammiccano a forti contrasti, rimandando il pensiero allo spirito di una donna affascinante e sicura di sè.

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From the rebel soul of punk, metal and rock, signing the distinctive trait of an aggressive and impetuous style, the studs has been bent to fashion since the seventies, to confirm as accessory in Vivienne Westwood’s londoner collections.

She has been over the years the most important pioneer and founder of an irrepressible insinuation of punk culture into the world of fashion. Also thanks to her, the studs became indestructible elements, almost fixed points which sealed a pact between culture and fashion. Cyclically, the studs come across through the decades, with an explosion of style during the nineties, in Gianni Versace’s collections, who enriches jackets and dresses with small and elegant inserts, and subsequently fascinates stylists and masons as Alexander McQueen, Gucci, Chanel, Valentino.

Now the stud comes again over our outfits, as a diamond with its electrical and vibrant soul, which breaks the linearity of an item, adding energy and grit for a woman who’s ready to face the strong and pulsating soul of a city which is constantly reflected in the microcosmos of shiny reflexes of light and shadows. The perfect style? Minimal, black and white, with studded inserts, winking to high contrasts, reminding our thought to the spirit of a fascinating and self-confident woman.

Il cappotto ha una storia lunga e variegata che inizia nel 1850 quando Gogol ne scrive un racconto. Lo scrittore russo parla delle vicissitudini di un modesto impiegato comunale e del suo amato cappotto, acquistato dopo tanti sacrifici.
Dalla redingote alla cappa, le forme, i tessuti e lo stile che lo hanno accompagnato sono numerosi, adattabili alle diverse esigenze quotidiane e ovviamente alle differenti silhouette femminili. Siamo all’inizio del 900 quando i lunghi cappotti con strascico e impreziositi da veri bottoni gioiello dominano la scena notturna di una nobiltà che stava perdendo, poco a poco, l’esclusività della moda d’autore.

Dall’ampiezza dei cappotti di Balenciaga alla costruzione sagomata firmata Dior, il cappotto era destinato a diventare un evergreen dal quale non ci saremmo più separate. L’inverno lo vede protagonista con le sue infinite forme e colori, ed è impossibile non trovarne uno adatto a risaltare la propria femminilità anche durante i mesi più freddi dell’anno. Dalle pratiche cappe e mantelle, fino ai modelli più strutturati, mono o doppiopetto.

Investire in un cappotto per l’inverno è una cosa seria, il cappotto è il nostro biglietto da visita invernale, il primo capo che le persone notano di noi quando entriamo in un ufficio o passeggiamo per strada.
Sceglietelo bene, e rendetelo un magnifico antidoto alla malinconia invernale.

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Ne sentiamo parlare fin da piccoline, tramandata di fiaba in fiaba indossata da principi azzurri, da eroine, regine e principesse. La mantella (o cappa) è entrata a far parte della storia del costume tantissimi anni fa, un capolino che non sarebbe mai uscito di scena e anzi, sulla scena ci sarebbe tornata eccome, compresa questa stagione autunno inverno 2015 che la vede protagonista.

Sfarzosamente ricamata, foderata in pelliccia (rigorosamente eco), impreziosita da bottoni lavorati, alternanze di colori e tessuti, la mantella è un capo elegante e versatile che si sposa perfettamente con la vita multitasking (cittadina e non) a cui siamo ormai abituate. E’ arrivato il momento dell’anno in cui è giusto fare un piccolo investimento invernale, completando il look con qualcosa di caldo ed estremamente comodo, senza tralasciare il gusto estetico.

Libera e casual o stretta in vita da una cintura per risaltare le forme femminili, la mantella è un capo fortemente interpretabile, per la quale, di epoca in epoca, si può trarre ispirazione  semplicemente sfogliando riviste di settore, attuali e vintage, appropriandoci dello stile che più ci si addice. Noi di Siste’s abbiamo scelto di interpretarla così:

 

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Since we were kids, we heard about it. Handed down from fairytale to fairytale, worn by charming princes, heroines, queens and princesses. The cape has entered the costume history many years ago, peeking out to never leave, coming back on scene even for this season fall-winter 2015, which sees it as a protagonist.

Luxuriously embroidered, lined with fur (rigorously eco), enriched by decorated buttons, alternation of colors and tissues, the cape is an elegant and versatile item that marries perfectly with a multitasking lifestyle, to which everyone of us is now tied. Now it’s the time for a little winter shopping, completing our look with something warm and extremely comfortable, without leaving our taste.

Free and casual, or tighten by a belt to enhance feminine shapes, the cape is a very interpretable item, as long as we can take inspiration, from age to age, by actual and vintage sector magazines, picking the style we fit best. For us in Siste’s, this is the right suggestion:

Oggi must have estivi – e non solo – gli shorts entrano di fatto nel mondo della moda già nel 1933, anno in cui la tennista Alice Marble decide di sfoggiare un pantaloncino insolitamente corto durante una gara importante.
Ma sono gli anni sessanta a sancirne il successo, grazie alle pin up che con le loro forme prorompenti e seducenti decidono di accorciarli e portarli a vita alta, così da esaltare le rotondità del corpo. Ed è subito Cult.

Ciò che resta dei pantaloncini alla fine degli anni sessanta sono gli hot pants, ormai resi micro dai rivoluzionari sixties.

A vita alta o bassa, abbinati ad un sandalo o ad un paio di sneakers, in seta colorata o jeans, portati con una semplice t-shirt o in abbinamento ad un lungo soprabito per la sera, si confermano oggi un must have estivo, assolutamente irrinunciabile.

 

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Nowadays shorts are a must for summer – and not only. Since 1933 they have been introduced in the world of fashion by the tennis player Alice Marble, who decided to wear an unusually short pair of pants for an important match.
But the true revelation comes during the sixties, when the real success comes thanks to the pinups and thanks to their seducing and gushing shapes decide to short them and turning them high-waisted, in order to follow and enhance the body curves. And it’s a Cult!
Hot Pants are what lasts from the original sixties pants, with an extreme cut from the revolutionary shorts.
High or Low waisted, together with a sandal or a pair of sneakers, in colored silk or jersey, with a simple t-shirt or joined to a long dress in the evening, it’s a confirmation of a summer “must have” which you can’t stay without.

Se c’è una tradizione che affascina da sempre l’abbigliamento e l’accessorio della moda femminile, questa, è proprio l’arte del ricamo.
Che sia esso formato da intarsi pregiati o da un semplice ornamento, il ricamo impreziosisce il tessuto su cui si posa, attirando l’ammirazione dell’occhio che lo osserva.

Questa tecnica ha origini antiche e Orientali, dove veniva utilizzato come decoro delle vesti più fastose, divenendo poi in tutto il mondo un’arte molto alta che vide a Firenze la sua punta di diamante.
Mezzo espressivo, componente classica, femminile, maschile, vezzo a cui nessuno stilista rinuncia, dal prêt-àporter fino (e soprattutto) alla Haute Couture, dove va ad impreziosire abiti importanti, rendendoli unici.

Noi, amanti delle donne, della moda e di ciò che è bello, ci affidiamo alle sapienti mani di ricamatori italiani ad ogni collezione, per rendere ogni capo opera unica e preziosa, come voi donne che li indossate.

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The Art of Embroidering, this is the tradition which fascinates accessories and outfits for womens’ fashion.
Even if it’s made by precious emboss or a simple embellishment, embroidery enhances the fabric where it lays, inspiring admiration on whoever lays his eyes on it.
This technique has Oriental and ancient origins. Here it was used to decorate the richest cloths, becoming soon a very high considerated kind of art, with a very important center in Florence.

A way to express, a classical side, feminine, masculine, undeniable habit for every stylists. From prêt-à-porter to (and mostly) Haute Couture, where it embellish important dresses, making them unique.

We, as women lovers, as fashionistas and aesthetes, we entrust italian masters of embroidering for every collection, to make every dress an unique and precious masterpiece, as beautiful as you, who will wear it.

Ogni stagione porta con sè la sua palette cromatica: minerali scuri per l’inverno, tinte pastello per la primavera, colori forti e decisi durante l’estate, e i colori della terra in autunno. Ci sono alcune tinte che però non ci lasciano mai, nuance senza stagione, oltre ai più classici bianco e nero, il rosso.

Nell’affascinante storia della moda, i colori sono sempre stati indiscussi protagonisti. La maggior parte delle case di moda ha identificato come firma distintiva delle proprie creazioni proprio un colore, che con il passare del tempo è divenuto vera e propria icona.

Colore della femminilità per eccellenza, il rosso non viene associato ad alcuna particolare stagione, ma può facilmente trasformarsi in una vibrazione positiva. Una donna in abito rosso, può facilmente attrarre l’attenzione, per questo è difficile indossarlo se non si è di buon umore. Come ogni anno, questo colore si rivela immancabile anche nelle nostre collezioni, questa volta, in tinta corallo.

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Every season brings itself her chromatic palette: dark minerals for winter, pastels for spring, strong and bold colors in summer, and earth colours for autumn. But there are also some tints that never leave us, nuances without seasons, beside the most classics white, black… and red.

In the fascinating history of fashion, colors have always been unique protagonists. The most important fashion houses have identified their creations’ distinctive signature with a specific colour, which during the time became a truly icon.

Red, colour of feminility par excellence, is never associated to any season, but can easily become a positive vibration. A red dressed woman, infact can easily become a point of attraction. This is why is so difficult to wear if we are not in the good mood. As every year, this color comes into our collections, this time, in its coral vibrations.

Ben più di semplici calzature, la classica rialzatura sotto le suole ha attraversato i secoli, dall’antico Egitto ad oggi. Nata come scarpa da lavoro (un po’ difficile pensarlo oggi) ha subito innumerevoli variazioni, legate sia al suo uso pratico che alla sua creatività. Plasmata in infinite forme, colori, altezze e materiali, è divenuta parte integrante del costume popolare Giapponese, ed in particolare, esaltando la già spiccata sensualità delle gheishe.

Dal 1938, anno in cui lo stilista Salvatore Ferragamo diede di loro la sua personale visione, la zeppa diventa un cult. Da qui, gli esuberanti decenni novecenteschi diedero di lei innumerevoli versioni, facendola alle volte avvicinare più ad un prodotto ingegneristico che a un’accessorio di moda. Non ultimo Alexander McQueen, che le ha rese gli “orologi molli” del mondo della moda, sovvertendo tutte le regole prescritte.
Eccessive e non, furono poi le celebrity a sancirne definitivamente il successo, donne meravigliose come Brigitte Bardot, Carmen Miranda, Sophia Loren, Claudia Cardinale, fecero della zeppa il proprio cavallo di battaglia.

Da sempre versatili e seducenti, adatte sia a conferire femminilità alla figura che a donare un tocco di grinta all’outfit. Noi interpretiamo questa scarpa come un’accessorio estremamente femminile e ricercato, perfetto per completare un look estivo, grintoso da giorno e ricercato la sera.

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More than just shoes, the classic wedge has spanned the centuries, from ancient Egypt to the present. Created for the work (difficult to think it today) has undergone countless changes, linked both to its practical use that to his creativity.

Since 1938, the year in which the designer Salvatore Ferragamo gave them his personal vision, the wedge becomes a cult. From here, exuberant decades twentieth century gave her versions, making it sometimes bring more to a product engineering than a fashion accessory. Not least Alexander McQueen, who has made through his mind folk and insatiable, the “soft watches” of the fashion world, subverting all the rules prescribed.
Excessive and were then in the celebrity overriding definitely successful, wonderful women like Brigitte Bardot, Carmen Miranda, Sophia Loren, Claudia Cardinale, did the wedge its workhorse.

 

Spesso la parola “scandalo” va a braccetto con “successo”, specialmente se a farne il Natale si tratta di un nome di spicco come Yves Saint Laurent, che scandalizzò la Parigi puritana di fine anni ’60 facendo scendere in passerella una modella con camicetta in mussola trasparente che ne risaltava il seno.
Scandalo, subito ricompensato da una popolarità senza pari.

Il decennio successivo, dominato dai figli dei fiori, riporta il nude look la dove era nato, in strada.
Ma a decretare il successo del color carne, che dall’America avvolse il mondo intero, fu la donna più famosa degli anni sessanta, Marilyn Monroe. In occasione del compleanno del presidente J. F. Kennedi, lasciò tutti senza fiato quando si tolse la stola di visone che le cingeva le spalle, mostrando un’abito color carne perfettamente cucito nelle sue forme dalle sapienti mani dello stilista Jean Louis, a cui l’attrice si rivolse con la richiesta precisa di creare per lei qualcosa di veramente epocale, uno straordinario abito che non fosse mai stato fatto prima.

Così, l’abito color carne acquisì quell’eleganza atemporale propria di un colore neutro, fine e sofisticato, che non cade mai nella scontatezza di una sobrietà senza carattere. E noi, per la collezione primavera estate 2015, abbiamo pensato ad una capsule di abiti e accessori completamente dedicata a questo colore, per esaltare l’incarnato estivo, e avvolgere la donna Siste’s da un’allure e una romanticità senza tempo.

 

sistes_catalogo_ss15_13-1140x788Composit212325-682x1024Ph. credit: theblondesalad.com

Often the word “scandal” goes hand in hand with “success”, especially if make by a prominent name as Yves Saint Laurent, who scandalized the late ’60 Paris, showed a model with transparent muslin blouse that stood out the breast in catwalk.
Scandal, immediately rewarded with an unparalleled popularity.
The next decade, dominated by the flower people, reports the nude look where it was born, in the street.
But to determine the nude color success, was the most famous sixties woman, Marilyn Monroe. In occasion of the President JF Kennedy birthday, left everyone breathless when she took off the stole that encircled her shoulders, showing a nude color long dress perfectly sewn in her forms by the designer Jean Louis, who the actress addressed with the specific request to create for herself something really extraordinary, never been done before.

Thus, the nude color dress acquired a timeless elegance, like a neutral color, sophisticated, that never falls into a sobriety without character. And Siste’s for spring summer 2015, have designed a capsule within the collection completely dedicated at this color, clothes and accessories, to enhance the summer complexion and wrap the Siste’s woman from an allure and romance without time.

 

E quasi senza accorgersene è cominciato un nuovo anno…incredibile come gli eventi si susseguano quasi impercettibili giorno dopo giorno, ma se volti lo sguardo al passato vedrai il cambiamento affrontato durante il tuo percorso, un giorno scegli il colore del tessuto ed ora è già tempo di saldi, e i capi invernali lasciano le vetrine alla magica allure dei nuovi arrivi.

Oggi vi voglio raccontare la storia di un capo presente in qualsiasi guardaroba femminile, quel capo a cui non rinuncia neanche la donna più androgina, in quanto, femminile sì, ma audace altrettanto. La minigonna.
L’idea, non poteva che nascere da una mente femminile, quella della giovane Mari Qant, con il suo taglio di capelli alla maschietta che sfoggiava nelle strade di un’affascinante Londra pre rivoluzione.

Sono trascorsi esattamente 50 anni da quando, nella sua boutique bazaar di Kings Road una giovane coraggiosa acquistò per la prima volta una minigonna, esposta senza indugi in vetrina. Da questo piccolo primo passo sono seguite le ben più rumorose immagini della modella e icona Twiggy, divenuta “mini skirt testimonial” grazie ad alcune polaroid che fecero il giro del mondo.

Sinonimo di emancipazione e libertà, ma anche capo simbolo della rivoluzione giovanile che in quegli anni non riusciva più a controllare il suo fermento, rappresentava una dichiarazione non verbale di libertà, ed oltre a quella, metteva in risalto la femminilità, qualità per troppo tempo ad uso esclusivo delle mannequin. Una femminilità che può scegliere di esprimersi come vuole.

E oggi, a cinquant’anni dalla sua nascita, che la regina Elisabetta abbia dato a Mary Qant la nomina di Dama non ci stupisce e anzi…chapeau!

 

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Si sa, tutti gli anni ci fingiamo disinteressate agli eventi di fine anno per poi farci avvolgere dal classico “panico dell’ultimo minuto” all’avvicinarsi della fatidica data, in cui teniamo a mostrare il nostro lato più elegante attraverso uno stile sofisticato che ci contraddistingua dalla massa dei classici – pizzo nero e paillette dorata – comunque intramontabili.

Quest’anno il trend dei miniabiti e dei completi, lascia spazio ad uno stile “femminile per eccellenza“, la cui sinuosità giunge da lontano, direttamente dai disegni che ridefinirono le forme femminili nel 1947, forme, che l’allora couturier Dior disegnò e rinominò “New Look“, linee che ridefinivano la sinuosità delle forme femminili dopo anni di liberazione delle stesse, avvolte da abiti tunica dalle linee dritte e morbide, protagonisti degli anni venti e trenta. Quest’anno la moda riscopre questa forma a clessidra, dalla gonna ampia sotto al ginocchio e stretta in vita, che mette in risalto seno e fianchi riscoprendo una femminilità consapevole, di una donna che non deve forzatamente apparire perfetta, bensì con la possibilità di risaltare con gioia le sue rotondità.

Nato nel 1947, la ruota della moda lo vede quest’anno uno dei protagonisti sia dello street style che della passerella invernale ed estiva. Uno stile sofisticato ed elegante, che risalta la donna rendendola sensuale senza mai mostrare volgarità. Se siete ancora indecise su cosa indossare durante le prossime, imminenti festività, questo è un look che non passerà di moda, adatto a tutte le donne, e che aggiungerà una nota sofisticata al vostro carattere, circondandovi con un’allure magica, tutta femminile.

 

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Dicono che l’essenza del nostro potere, quello dell’impagabile infatuazione dell’essere donna, dipenda direttamente dalla luna, colei che illumina la notte, ci incanta, ci fa sognare e ricordare.
E’ la luna che, nel riflettere il sole, espande l’energia.

La storia è un continuo susseguirsi di uomini di potere, spesso accompagnati da donne dal carisma difficilmente trascurabile, che in parte sono riuscite ad oscurare il potere del proprio compagno, diventando icone, capaci di suscitare ammirazione ed emulazione da parte di uomini e donne di intere generazioni, mantenendo e tramandando la propria aurea nel tempo. Il potere è donna insomma, e mi sento di aggiungere, che ha il suo stile.

L’abbigliamento è sempre stato parte integrante del loro successo, e in maniera più o meno consapevole, è divenuto fautore dell’attesa e dell’estasi della folla che ad ogni occasione mondana non mancava ad accoglierle, immagini che ora dominano i motori di ricerca online, ed abiti custoditi nei più importanti musei mondiali,veri e propri capolavori che hanno mantenuto nel tempo l’aurea della donna che l’ha indossato. Tessuti, perle e tacchi capaci di suscitare emozioni e ammirazione non solo al pubblico più sensibile.

Non tutte possiamo essere icone, ma lo stile, quello dell’essere donna e che ci contraddistingue, non è una merce pronta all’acquisto, è un traguardo in continua evoluzione il cui filo conduttore, resterà nel tempo una caratteristica importante del nostro essere, che non ci abbandonerà allo spuntare dei primi segni del tempo, ma resterà un linguaggio silenzioso, capace di parlare in prima persona di noi stesse.

“Lo stile è importante. Tanta gente urla la verità, ma senza stile è inutile, non serve.” Charles Bukowski, Storie di ordinaria follia, 1972

 

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Quante volte ci appropriamo di una tendenza di moda, inconsapevoli della storia che l’ha resa “Icona”. Un po’ come la silhouette in stile “NewLook”, che questa stagione impazza su qualsiasi portale fashion e a cui dedicheremo un post futuro.

Quello di cui voglio parlarvi oggi, è la Garçonne, o maschietta, uno stile icona dalla fortissima identità, così come la donna che lo indossa, e che muove i suoi primi passi durante la guerra. Una rivoluzione, nell’allora strutturato guardaroba femminile, che inizia con un taglio di capelli, ognuno dei quali porta via, assieme alla lunghezza, ogni inibizione. Un po’ come Monique, pritagonista nel 1922 del romanzo scandalo “La Garçonne”, che costò l’esilio al suo autore, Victor Margueritte, per aver mostrato in Monique una paladina audace, capace di prendere in mano il proprio destino e i propri amori, ingorda di occasioni libertine e di emancipazione.

Il look della Garconne é di stampo maschile, che viene reso iper femminile dai dettagli, pantalone con la piega o gonna e giacca oversize magari gessata e magari doppiopetto, a rinforzare il carattere mascolino di una donna che non è più disposta ad essere relegata ai lavori casalinghi senza possibilità di scelta.

La moda, si sa, è una ruota che gira e spesso, sentiamo il profumo di collezioni e stagioni passate. E’ così che lo stile Garçonne ritorna imperterrito ad avvolgere le modelle in passerella, liberato dal peso iconico che lo contraddistingueva, ma pur sempre uno stile forte, capace di abbracciare qualsiasi donna e donarle un tocco di sicurezza e determinazione inconsapevole.

 

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Un concetto onirico, sussurrato fra le pieghe plisset di un abito, o nel pizzo che fa capolino sotto la gonna.

L’eleganza si cela in colei che sta bene con se stessa e col proprio corpo, a prescindere dalle curve e dalla taglia che indossa, il segreto, è che per sentirsi bene in un abito bisogna stare bene all’interno. Concetto tutt’altro che facile, ma a cui possiamo aspirare di arrivare!

La verità è che il concetto di eleganza è estremamente soggettivo, opinabile e contestabile, questo anche se pensiamo alle muse del nostro tempo e di quello passato, e provassimo a mettere a paragone donne icona del calibro di Sophia Loren, Audrey Hepburn, Kate Moss e Carrie Bradshaw (alias Sarah Jessica Parker), perchè poi non aggiungere anche Morticia Addams, Betty Boop e Jessica Rabbit (pur sempre icone, no?), insomma, sembra impossibile fare paragoni, eppure ognuna di loro ha fatto “suo” il concetto di eleganza, sdoganandolo attraverso la propria visione di comportamento e di moda.

I nostri abiti, le nostre creazioni, sono disegnate per soddisfare una donna trasversale, casual ed elegante, a cui piace giocare con la moda fino a trovare il massimo feeling con la propria femminilità.

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A dreamlike concept, whispered into the folds of a plisset dress, or lace peeping under the skirt.

Elegance is in the person who is comfortable with herself and with her body, regardless of the curves and the size she wears, but the secret, to feel good in a dress, is to feel good inside yourself. Concept not so easy, but we can aspire to arrive at it!

The truth is that the concept of elegance is extremely subjective, debatable and contestable, if we think (for example) to the icons of our time and the past time, and if we tried to compare icon womens like Sophia Loren, Audrey Hepburn, Kate Moss and Carrie Bradshaw (aka Sarah Jessica Parker), and why not also Morticia Addams, Betty Boop and Jessica Rabbit (still icons, no?), in short, it seems impossible to make comparisons,  each of this woman has made “own” the concept of elegance..

Our clothes, our creations are designed to satisfy a dinamic woman, casual and elegant, who likes to play with fashion until find the maximum feeling with their femininity.

Il cappello ritorna (a gran voce) a fare parte della nostra estetica e del nostro stile, imponendosi come elemento di raffinata eleganza e rafforzando il potere di seduzione nella donna che lo indossa.

Da sempre, sia nell’arte che nella moda, il cappello incornicia il volto di donne del desiderio, enigmatiche, sicure di se, di classe.

Non è tanto la tipologia a fare la differenza (estremo, minimal, artistico), ma è invece “come” lo si indossa ad indurre lo sguardo dell’osservatore a provare attrazione verso questo elemento dalla forte personalità.

Per la collezione Autunno Inverno 2014/15 il cappello si conferma elemento fondamentale, a completamento di uno stile che può mutare, a seconda delle occasioni, da casual ad estremamente elegante, senza mai perdere la sua allure di spiccata femminilità.

A prescindere dalla larghezza della tesa, del tessuto e del colore (prevalentemente nero), il cappello arricchisce lo stile con un tocco di estrema classe e raffinatezza.

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Hat comes back to be part of our aesthetic and our style, imposing itself as an element of elegance and strengthening the power of seduction in the woman who wears it.

As always, both in art and in fashion, hat frames the face of women of desire, enigmatic, self-confident, classy.

Is not the typology to make the difference (extreme, minimal, artistic), but rather “how” you are wearing it, to induce the observer to feel attraction towards this element with a strong personality. For the Fall Winter 2014/15 we introduced the hat as a fundamental element in the completion of a style that may change, depending on the occasion, from casual to very elegant, in that it always confirms a strong element of femininity.

Regardless of the width of the brim, fabric and color (mostly black), the hat adds style with a touch of extreme class and sophistication.

Chiamarlo pattern è riduttivo, la maglia a righe è considerata ormai un passepartout, un classico alla pari di ogni monocromia, ma nel suo alternarsi di colori, il tessuto rigato racconta una storia lunga e travagliata.

“Non indosserai veste tessuta in due”, questo il passo dell’Antico Testamento la cui interpretazione durante il Medioevo condannò le vesti rigate a secoli bui, costantemente attribuite a classi infami. Nei secoli successivi furono i marinai (e attenzione, non gli ufficiali) ad adottarla come veste ufficiale, addirittura, la marina francese, decretò una legge nel 1858 sul numero di righe per ogni maglia: 21, una per ogni vittoria di Napoleone.

Madeleine Vionnet fu la prima, nel 1923, a disegnare un abito per l’Alta Moda, con pieghe orizzontali dall’effetto ottico rigato, ma non fu così coraggiosa come la sua collega e pioniera Coco Chanel, grazie alla quale, la maglia rigata entra finalmente a far parte del mondo della Moda, e riadattata alla silouette femminile, diviene stile e icona in tutto il mondo e in ogni classe sociale.

Da qui in poi, sono infiniti gli esempi di personaggi del jet set che hanno legato la propria estetica all’immagine della riga, da Pablo Picasso a Brigitte Bardot, fino ad oggi, dove il tessuto rigato calca le passerelle di tutto il mondo, passando dalle creazioni di stilista in stilista. Ecco alcune delle interpretazioni che Siste’s ha voluto dare a questo tessuto dalla lunga storia e dal carattere ribelle.

 

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Il Rosso è il colore dell’energia, della passione, dei sentimenti, quelli forti, irrinunciabili. Il rosso è il colore che ha fatto la storia della moda da Dior a Valentino, colore iconico, simbolo di una generazione senza tempo, elegante, decisa, così glamour.

Dior utilizza il rosso già nel 1947 creando una collezione dai toni papavero, nel 1955 nasce il rossetto Dior, sinonimo di eleganza e bellezza che resiste tutt’oggi.  Il Rosso Valentino è una tonalità di rosso molto acceso tra il carminio, il porpora ed il rosso di cadmio. Si dice che lo stilista si sia ispirato ai toni cromatici visti durante una vacanza in Spagna, all’Opera di Barcellona. Per la Primavera Estate 2014, Siste’s ha dipinto di rosso papavero i suoi capi, per una donna sicura, elegante, forte.

Siste's Collection Primavera Estate 2014

Il rosso è il grande chiarificatore: brillante, purificatore e rivelatore. Non potrei mai stancarmi del rosso, sarebbe come stancarsi della persona che ami. Per tutta la vita ho inseguito il rosso perfetto”. Diana Dalziel cgt. Vreeland (1903-1989), celebre firma di Harper’s Bazaar e Vogue.

Siste's Collection Primavera Estate 2014

Red is the color of energy, passion, feelings, strong ones, indispensable. Red is the color that has made the history of fashion from Dior to Valentino,  iconic color, the symbol of a timeless, elegant, self-confident generation , so glamorous. In 1947 Dior used the red colour  creating a collection with poppy’s tones, lipstick Dior was born in 1955, synonym of elegance and beauty that resists up to now. The Red Valentino is a very bright shade of red between the carmine, purple and red cadmium. It is said that the designer was inspired by the color tones seen during a holiday in Spain, at Barcelona Opera. For Spring Summer 2014 Siste’s chose poppy’s tones, for a confident , elegant and strong woman.

Semplicità, eleganza e stile da sempre sono associati ad un unico immortale abito… il tubino nero.

Nel 1926 Vogue pubblica per la prima volta l’abito realizzato dall’allora emergente Gabrielle ‘Coco’ Chanel. Conosciuto come la Petite Robe Noire, diventa il simbolo del less is more, la sobrietà diventa gusto, eleganza, lusso. Da allora è stato rivisitato da molti stilisti ed è diventato famoso in modo assoluto negli anni 60 grazie ad Audrey Hepburn e al celebre  film Colazione da Tiffany, dove l’attrice indossava il modello di Givenchy. Oggi il Little Black Dress è un vero Must Have indossato in moltissime occasioni dagli eventi mondani alla quotidianità ed è evoluto da semplice tubino ad abito contemporaneo.

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Simplicity, elegance and style have always been associated with a single immortal dress … the little black dress. In 1926, Vogue published for the first time the dress made by then emerging designer Gabrielle ‘Coco’ Chanel. Known as the Petite Robe Noire, became the symbol of “less is more”, sobriety became elegance and luxury. It has been revisited by many designers and became famous in the 60s in an absolute way, thanks to Audrey Hepburn and the famous Breakfast at Tiffany’s film, where the actress wore a Givenchy model. Today, the Little Black Dress is a  Must Have worn on many occasions and has evolved from a simple dress to a  contemporary dress.

 

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