Minigonna – emancipazione, libertà, donna

E quasi senza accorgersene è cominciato un nuovo anno…incredibile come gli eventi si susseguano quasi impercettibili giorno dopo giorno, ma se volti lo sguardo al passato vedrai il cambiamento affrontato durante il tuo percorso, un giorno scegli il colore del tessuto ed ora è già tempo di saldi, e i capi invernali lasciano le vetrine alla magica allure dei nuovi arrivi.

Oggi vi voglio raccontare la storia di un capo presente in qualsiasi guardaroba femminile, quel capo a cui non rinuncia neanche la donna più androgina, in quanto, femminile sì, ma audace altrettanto. La minigonna.
L’idea, non poteva che nascere da una mente femminile, quella della giovane Mari Qant, con il suo taglio di capelli alla maschietta che sfoggiava nelle strade di un’affascinante Londra pre rivoluzione.

Sono trascorsi esattamente 50 anni da quando, nella sua boutique bazaar di Kings Road una giovane coraggiosa acquistò per la prima volta una minigonna, esposta senza indugi in vetrina. Da questo piccolo primo passo sono seguite le ben più rumorose immagini della modella e icona Twiggy, divenuta “mini skirt testimonial” grazie ad alcune polaroid che fecero il giro del mondo.

Sinonimo di emancipazione e libertà, ma anche capo simbolo della rivoluzione giovanile che in quegli anni non riusciva più a controllare il suo fermento, rappresentava una dichiarazione non verbale di libertà, ed oltre a quella, metteva in risalto la femminilità, qualità per troppo tempo ad uso esclusivo delle mannequin. Una femminilità che può scegliere di esprimersi come vuole.

E oggi, a cinquant’anni dalla sua nascita, che la regina Elisabetta abbia dato a Mary Qant la nomina di Dama non ci stupisce e anzi…chapeau!

 

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Minigonna-Twiggy

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